Linea Equinoziale Linea equinoziale – Il Sole agli Equinozi ha declinazione 0° e l’orbita apparente risulta un cerchio centrato sul punto stella. Questo cerchio è contenuto in un piano che è perpendicolare allo gnomone e genera, per intersezione con il piano del quadrante, una retta che viene denominata linea equinoziale. Questa linea viene sempre raggiunta dalla proiezione dell’ombra gnomonica, per l’intera giornata di uno dei due equinozi, descrivendo in quel giorno un percorso rettilineo. L’equinoziale risulta anche perpendicolare alla sustilare in quanto il piano che contiene l’orbita equinoziale è geometricamente costruito perpendicolare al piano orario che contiene lo gnomone e la sustilare. La linea equinoziale ha pertanto una direzione nota in quanto perpendicolare alla sustilare della quale si conosce la direzione. La sustilare viene intersecata dalla linea equinoziale in un punto E delimitandone un segmento EC della sustilare EGC. La distanza del punto E dal punto C, centro del quadrante e base dello gnomone, si determina con una formula denominata e che dipende dalla lunghezza dello gnomone GC che si indica con la lettera I.
Distanza linea equinoziale dal centro del quadrante
Negli orologi equinoziali la linea equinoziale non è tracciabile perché il piano contenente l’orbita apparente del Sole è parallelo al quadrante e l’ombra dello gnomone raggiunge l’infinito e l’equinoziale risulta essere una circonferenza a raggio infinito.
In presenza di orologi con elevazione molto piccola, affinché si possano proiettare ombre significative lo gnomone dovrebbe essere molto lungo per permettere all’ombra del punto stella di raggiungere il quadrante. In questi casi si procede all’installazione della sola parte terminale dello gnomone o del solo ortostilo. Entrambe le installazioni non mettono a disposizione del progettista dell’orologio il centro del quadrante e pertanto si dovranno condurre i calcoli prendendo a riferimento il piede dell’ortostilo presunto O. Nella formula si identifica con eo la distanza EO piede ortostilo dall’intersezione dell’Equinoziale con la sustilare che è funzione dell’ortostilo g non essendoci a disposizione la lunghezza dello gnomone. L’elevazione e è rappresentata dall’angolo EGO.
Distanza dell’equinoziale dall’ortostilo: Installando lo gnomone polare per intero, avendo così a disposizione anche il centro del quadrante C, la scelta di condurre calcoli dall’ortostilo può essere presa anche per elevazioni e più elevate. Relazione tra stilo e ortostilo:
In assenza del centro del quadrante anche le linee orarie possono essere tracciate valutando il punto D dove la linea oraria intercetta la linea equinoziale calcolando la distanza d dal punto E che è l’intersezione fra sustilare ed equinoziale. Conoscendo la direzione ed il punto in cui passa è quindi possibile tracciare la linea oraria.
Distanza dalla sustilare della linea oraria T :
La caratteristica di avere uno gnomone parallelo al quadrante che in qualsiasi punto ha il medesimo ortostilo è la caratteristica degli orologi polari. Questa particolarità permette di considerare punto stella una delle estremità gnomoniche oppure di installare sullo gnomone un nodo. Questo nodo o le estremità gnomoniche, durante gli equinozi, descriveranno un proprio percorso rettilineo corrispondente alla retta equinoziale. In questi orologi il piede dell’ortostilo O corrisponde al punto E che è l’intersezione della sustilare con la linea equinoziale. La distanza EO fornita dalla formula denominata eo conferma che il valore è nullo in presenza di elevazione e nulla come previsto appunto per gli orologi polari. Le linee orarie degli orologi polari sono sempre tutte parallele alla sustilare. La formula che esprime la distanza d sull’equinoziale tra il piede dell’ortostilo O e l’intersezione delle linee orarie con la linea equinoziale punto D viene semplificata imponendo l’elevazione nulla.
Distanza dell’equinoziale dall’ortostilo per gli orologi polari
Distanza dalla sustilare dell’orari T negli orologi polari
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